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Il velo di Winslow di Enrico Piccinini

Ci affidiamo alle parole di Christine Koschel per presentarvi l’ultimo volume di poesie di Enrico Piccinini, Il velo di Winslow edito da ChiPiùNeArt:

[…] la consunzione delle parole non conduce al silenzio, bensì a ciò che ne è la fonte e cioè una Voce primordiale, superiore al transeunte di qualsiasi convenzione inevitabilmente legata a ogni lemma.

La Voce in sé, dunque. Il Flatus Vocis. Un’essenza che si trova prima d’ogni parola e che è capace di comprendere, contenere, dominare  qualsiasi lingua.

Si tratta di un’entità che sta alla parola così come un gesto solenne, magari quello del capo Sioux nell’indicare l’orizzonte,  sta al segno e poi al disegno di tutte le lontananze.

[…]

Forse il compito della lirica è proprio questo. Raggiungere la Voce – Gesto e tradurla, con le armi del Verso, in parole nuove.  Mai prima davvero esistite, mai prima davvero dette in quello specifico senso.

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Metafore, allitterazioni, anastrofi, epifonie, insieme a tutte le altre figure retoriche e di suono, hanno il  compito di disporsi lungo un infinito gioco di specchi che vicendevolmente si prestano immagini precostituite perché ne sorgano altre non rintracciabili nell’empirica realtà dei vocabolari ufficiali.

Il Poeta deve, posto che ne possieda il dono, impossessarsi, a qualsiasi costo, di tale Ur-Flatus e piegarlo al suo volere.

Enrico Piccinini è decisamente riuscito in quest’impresa, adottando una lingua che sa dominare con profonda conoscenza e grazia.

Lui è pienamente consapevole dell’immane sforzo che un poeta deve compiere per ricongiungersi alla sua stessa Voce.

[…]

L’altro argomento che, da molti anni, interessa Enrico Piccinini è d’origine socio-filosofica e ha condotto il nostro autore a comporre liriche dove s’affaccia un più marcato sperimentalismo.

Nella seconda parte della raccolta segnali e divieti, infatti, la tematica affrontata è un lungo discorso che prende spunto dalla celeberrima distinzione operata da Platone, nel Sofista, tra arti ctetiche e arti poietiche.

Il grande filosofo afferma che occorre compiere una precisa distinzione tra le due. Le arti ctetiche sono quelle capaci di prendere dalla realtà empirica, quelle poietiche, invece, aggiungono qualcosa a essa.

Nelle prime si annoverano attività come la caccia, la pesca o l’agricoltura, nelle seconde, invece, impieghi come la scultura, la poesia, la pittura.

È evidente che per noi questa distinzione può apparire banale, ma era, invece, rivoluzionaria ai tempi di Platone.

Per un uomo di quell’epoca, infatti, le due cose non erano affatto disgiunte. Ci si propiziava un buon raccolto con la musica o una caccia fortunata con la pittura, una pesca abbondante con sculture o la pioggia vivificante con la danza.

Erano queste eredità che giungevano da tempi antichissimi, quando ancora tutto era avvolto dalla nebbia dei primordi umani.

[…]

Per tornare, comunque, a Platone la distinzione che egli opera pone fine al cosiddetto uomo simbolico.

Si esce definitivamente da ciò che, forse, troppo facilmente potremmo chiamare superstizioni e si entra in quel grande illuminismo fondato dalla civiltà greca.

[…]

La domanda che Enrico Piccinini si pone è la seguente: siamo certi che le cose, oggi, stiano proprio così?

Davvero in una poesia, in una scultura, in un brano musicale non esiste nulla di ctetico?

E davvero, soprattutto, nella confusa realtà che ci circonda e che con mano tocchiamo ogni giorno, in questo quotidiano sempre più caotico e, se vogliamo, sempre più consumistico, nulla c’è di poietico?

In parole più semplici: quando scriviamo un verso non sottraiamo qualcosa dalle parole “reali” che ci circondano, così come farebbe un cacciatore, e quando produciamo un bene o un sevizio di uso comune non usiamo quello stesso verso “irreale”, come farebbe un poeta?

Il Nostro autore non lo crede e ben lo dimostra con queste liriche.

Christine Koschel

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Enrico Piccinini è nato a Roma nel 1965. Ha pubblicato, con  Giulio Perrone Editore, la raccolta di Poesie Klinamen, successivamente tradotta in Francese da Nicole Taubes. Per i tipi Mursia e Cafoscarina Editrice sono stati editi suoi studi e traduzioni.  Gestisce l’opera in italiano di Christine Koschel. Già Libraio, è ora curatore editoriale. Per ChiPiùNeArt Edizioni svolge opera di consulenza e dirige la collana Le Civette.

Da Klinamen - Giulio Perrone Editore - 2009

Da Il velo di Winslow – ChiPiùNeArt Edizioni – 2020

Vi segnaliamo una bella intervista ad Enrico Piccinini nelle pagine di CasaTuscolana.it

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